Moussa was born into a musical home in Deir Al-Asad, where music was a common language used within the family. Along with her father’s oud playing, Moussa still remembers how she and her brothers used to gather at bedtime to enjoy Grandma’s bedtime lullabies.
“Leilet Al Eid,” sung by the musical phenomenon Um Kulthum, led to Moussa’s first step onto the “professional” music stage. It was her first musical appearance - at the age of five - that unleashed her powerful voice and talent. Since then she has represented Palestine at various international music festivals and is part of El-Funoun Palestinian Popular Dance Troupe.
Another factor that contributes to Moussa’s “difference” and uniqueness is the fact that, in October 2010, she will complete her doctoral studies in neuroscience and start a new career. Scientific methodology has had a positive effect on Moussa’s lifestyle and music. “The researcher is not only a researcher in science but a researcher in life as well,” Moussa believes.
With the goal of discovering the origin of Palestinian music, Moussa began her music research. She toured around and met a variety of Palestinian women elders who were steeped in tradition and who helped her to recognise various Palestinian music genres - expressions of sorrow, mourning, joy, love, playfulness, etc. Through her research Moussa hoped, among other things, to highlight the voices of unknown women who have preserved these traditional songs throughout generations, from the time of the Ottoman Empire.
Moussa’s duality in music and science has created a new life equilibrium equation, where the logic obtained from science and emotions expresses itself in musical balance. This phenomenal equation has produced Moussa’s life scheme, where logic and emotions are positioned to confront life’s difficulties and ground a normal daily routine. “An artist’s life is not easy. It’s a constant striving for equilibrium; honest emotional expression under the control of logic.”
Accordingly Moussa will release a new CD that features the results of this research and reveals snapshots of Palestinian cultural music. The uniqueness of this CD is found in the reinterpretation of music taken from Palestinian women elders as it is blended with Moussa’s very personal emotional expression. The CD contains 11 songs that illustrate various Palestinian music genres. It is a creative mixture of exceptional talent: Sanaa Moussa, Bishara Al Khil, and Mohammad Moussa.
(Source : http://www.thisweekinpalestine.com )
Sana Moussa: Il canto che afferma un’identità
Di Paolo Lasagna
Una nuova voce è apparsa da qualche anno ad arricchire il vasto mondo musicale arabo. Si tratta della giovane palestinese Sana Moussa , talentuosa cantante proveniente dal villaggio di Deir Al-Asad situato nell’ alta Galilea della Palestina occupata. Da molti è ritenuta una delle più promettenti cantanti palestinesi e rappresenta sotto molti aspetti una figura unica nel suo genere.
Cresciuta in una casa in cui la musica era il linguaggio comune utilizzato all'interno della famiglia ,già in tenera età è entrata in contatto con la tradizione musicale araba. Il padre Ali Moussa , cantante e suonatore di Oud , iniziò Sana ed i suoi fratelli all’ascolto della musica araba. Nella casa di famiglia le voci dei grandi cantanti del Corano, come gli egiziani Abdel Basset e Abdel Samad o quelle dei cantanti di Tarab Mohammed Abd el Wahab, Oum Kalsoum e Sayyed Darwish risuonavano dall'alba al tramonto. Dotata di particolare talento voca la piccola Sana attendeva ogni giorno con impazienza l’inizio delle lezioni di canto sacro commuovendo i suoi compagni di corso quando iniziava recitare con voce squillante in versi tratti dal Corano. All’età di cinque anni interpretò davanti ad un pubblico il brano “Ya leilet el eid” della grande cantante egiziana Umm Kulthum ; questo rappresentò il primo passo verso il suo futuro nella musica. Cominciò a studiare canto con il coro Al-Armawi diretto dal musicista palestinese Khaled Jubran e successivamente perfezionò la conoscenza teorica della musica araba classica e delle scale (maqam) presso il centro studi Al-Urmawi, prestigioso polo per lo studio della musica dei paesi del Mashreq , situato a Gerusalemme Est. L’interesse per la musica tradizionale palestinese la portò nel 2004 a unirsi ai musicisti Nizar Rohana (oud) e Youssef Hbeich (percussioni) nell ’ensemble Homayon. Istituito nel 2002 l'ensemble ha proposto nel tempo un repertorio di canzoni tratte dalla musica classica araba e dalla tradizione popolare palestinese nelle quali i sentimenti e le diverse esperienze dei suoi esecutori vengono trasformati in musica con lo scopo di dare voce a tutte quelle persone che una voce non l’hanno . Il lavoro con Rohana e Hbeich e i tour intrapresi nel mondo arabo e in Europa hanno contribuito notevolmente alla crescita dello stile vocale di Sana che nel giro di pochi anni si è specializzata nei tre distinti generi che formano la memoria musicale collettiva del popolo palestinese: la musica popolare, la musica e il canto tradizionale arabo e la musica sacra. Ha cominciato da quel momento a rappresentare la Palestina in vari festival internazionali di musica e danza popolare sia come solista che come membro di El-Funoun , storica troupe di danza .
Il web magazine “This Week in Palestine's” parla di lei come di una persona che ha raggiunto il riconoscimento facendo la differenza . Questa affermazione è avallata dal fatto che ,non paga della carriera di cantante ,Sana Moussa si è dedicata con impegno e passione alla ricerca scientifica nel campo della micro-biologia conseguendo un dottorato in neuroscienze nel 2010. Interrogata su questo aspetto della sua personalità afferma : “Credo che quello del ricercatore sia un lavoro che può essere applicato non soltanto alla ricerca scientifica ma alla vita nella sua totalità” . La metodologia scientifica ha sicuramente avuto un effetto positivo sulla vita e sulla musica di questa brava artista/scienziata e le ha permesso di manifestare ,secondo le sue parole , “un onesta espressione emotiva sotto il controllo della logica”.
Il connubio ricerca /emozione l’ha portata a realizzare quello che è il suo lavoro migliore in campo musicale. Il ricordodelle ninna-nanne , dei motivi bellissimi e profondi interpretati dal padre e dal nonno durante le calde vacanze estive e delle tristi canzoni di epoca ottomana intonate dalla nonna mentre provvedeva con movimenti e gesti dolci alla cura della casa ha dato slancio alla ricerca di Sana Moussa sull’origine della musica palestinese. “ Quando avevo 4 anni sedevo accanto a mia nonna e la ascoltavo cantare vecchie canzoni . Erano storie che parlavano di cordoglio, lutto, gioia, amore e dell’ l'arruolamento obbligatorio di uomini arabi da parte dell'impero ottomano all'inizio del xx secolo. Crescendo ho cercato di raccogliere tutto ciò che era rimasto nella mia memoria riguardo a quelle storie. Ricordavo perfettamente i testi delle canzoni ma non ero in grado di ricordare le loro melodie. Nel corso di due anni ho intervistato parecchie donne al di sopra dei settanta anni , persone che avevano avuto la stessa esperienza di mia nonna , per recuperare ogni informazione possibile su canzoni e racconti tradizionali dei villaggi della Cisgiordania, di Gerusalemme e della Galilea”. Questo intenso lavoro di ricerca si è concretizzato nel 2010 con la realizzazione di un disco intitolato “ Ishraq” (Reminiscenza ,anche se in realtà il termine sta ad indicare l’arrivo della luce del giorno, l’alba).L’album è composto da 10 canzoni che portano l’ascoltatore alle radici della tradizione orale palestinese . Nel riadattamento dei vecchi brani Sana Moussa ha cercato di conservare il quadro originale quanto più possibile avvalendosi della collaborazione di ottimi talenti creativi tra i quali il il fratello Mohammad Moussa all’oud e Bishara al-Khall al violino al fine di arricchire i pezzi con nuovi accordi. Storie di gioia, separazione, amore, rivoluzione e solitudine che donne sconosciute hanno conservato per generazioni prendono vita attraverso il canto narrativo di Sana dando voce ai contadini che pregano per la pioggia e per la libertà, ai profughi che sognano una vita dignitosa, agli amanti che sfidano le difficoltà e ai bambini che sanno trovare la gioia in mezzo alla povertà. Uscito in un momento in cui il popolo palestinese , alle prese con le costanti umiliazioni dovute all’occupazione , vede la globalizzazione erodere ancestrali tradizioni locali questo disco rappresenta una testimonianza importante .A tal proposito l’artista afferma : “Queste sono canzoni belle e semplici che arrivano al cuore della gente. Con questa musica voglio affermare un identità, una presenza che resiste. “
Il tour per la presentazione dell’album, iniziato in Palestina e Giordania, ha raggiunto varie città europee. Da allora Sana Moussa ha portato in giro per il mondo la testimonianza di un passato che rifiuta di andar perduto. Nelle date in Belgio, Marocco, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Svizzera e Germania Sana Moussa è stata accompagnata dal gruppo Nawa Athar formato da Mohammad Moussa (canto e oud), Nassar Soheel (kanoun) e Hatem Amous(percussioni) . In molti attendono con impazienza la realizzazione del prossimo album composto da nuove canzoni create appositamente per lei …io sono tra quelli e se ascolterete l’album sicuramente verrete a farmi compagnia.

02 Neyalak Ma Ahda Balk
03 Najmet sobh
04 Laskon Masr
05 La Tetlai
06 Aneeh Malyaneh Num
07 Rumanak Ya Habib
08 Talet El Barodeh
09 Enta Ebn Meen
10 Safar Barlk
BONUS TRACK
11La Tetlai (version)
12 lammabada
13 qalbik ghadarby waramany
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