Il generale Enrico Tellini era un uomo del governo fascista ed era stato inviato in Grecia da Mussolini per traciare il confine tra la grecia e L'Albania. Furono uccisi in 5 nel territorio greco.Enrico Tellini fu incaricato dalla Conferenza degli Ambasciatori, che era un’espressione della Società delle Nazioni, di tracciare confini chiari tra Grecia e Albania. A Zepi, lungo la strada da Gianina e Kakavia sul confine tra Grecia e Albania il 27 agosto 1923 il generale Tellini e altri quattro della sua squadra furono assassinati dai greci come lo stesso il governo di Mussolini dicchiarava.
Mussolini, da poco al potere, approfittò dell’occasione, con un’azione “squadristica” e di violazione dell’ordinamento internazionale, fece cannoneggiare l’isola di Corfù e la occupò per un mese come ritorsione contro la Grecia, alla quale senza prove certe addossò la colpa dell’eccidio, avanzando con ultimatum la pretesa inaccettabile di 50 milioni di lire (allora un’enormità) come riparazione. Fu questa la prima “spropositata e folle” azione di guerra del regime fascista e il suo primo “mostrare i muscoli” sulla scena internazionale.
to con molte vittime civili suscitò un certo sdegno, non foss'altro che lo facevano gli italiani. Si riteneva sproporzionata non l’offesa più che cercata ma la reazione. L’Inghilterra che gestiva quel trono fu quella che si arrabbiò di più, un po’ meno la Francia che cercava l’appoggio italiano per tenersi la Ruhr, cuore minerario d’Europa in pagamento dei suoi danni di guerra. Agli Italiani credo che nessuno abbia mai pagato i danni, almeno nella misura subita. La conferenza degli ambasciatori, con la questione che stava diventando imbarazzante, avocò a se il problema poiché la commissione tecnica del Generale Tellini era sua emanazione, ovvero operava sotto la sua responsabilità. La marina dal canto suo faceva sapere di non essere in grado di sostenere uno scontro con quella inglese, qualora occorresse. La via d’uscita la si trovò facendo incassare dalla commissione (con scuse) il denaro greco e girandolo agli italiani, ma nella misura che avrebbe calcolato la Corte internazionale di giustizia dell’Aja. Mussolini accettò; ma se ne sarebbe andato dopo il pagamento, cosa che non venne considerata onorevole (non fidarsi di un membro terzo della lega) sia dagli Inglesi che dai Francesi. Il ritiro da Corfù viene attuato a fine settembre. La Grecia pagherà e l'indagine sugli assassini, delegata a una commissione alleata, non giungerà come ovvio ad alcuna conclusione. Le manovre di Mussolini di porsi come ago della bilancia nel variopinto mondo postbellico sono riuscite ed ancor più riusciranno in seguito, nonostante lo smacco di Corfù, come nel '38 a Monaco.
questa storia prese il nome di Eccidio di Giannina





